sabato 8 luglio 2017

Gesù condotto da Pilato

Gesù condotto da Pilato

Mistero n° 11



Proprietario: Famiglia Cinquepalmi.

Manufatto: Realizzato dal Maestro Roberto Martella a Poggiardo (Le) nel 2017.
 
Motivo della realizzazione: Devozione.

Gruppo: Nel gruppo statuario Pilato, davanti sulla sinistra, è attento ad ascoltare cosa risponde Gesù, che, alla sua destra, rimane invece in impassibile silenzio davanti alle sue domande. Dietro di loro Caifa, sulla sinistra, cerca di persuadere il governatore romano per plagiare la sua decisione, indicando il Nazareno quale reo di morte. Alla sua destra un soldato romano scorta Gesù, legato con una corda.

Portatori: Dodici, sei davanti e sei dietro, su tre sdanghe, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono una candela.

Figuranti davanti al gruppo: Due bambine vestite da angeli reggono una fronda floreale.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 11-14, Vangelo di Marco 15, 1-5, Vangelo di Luca 22, 1-7; Vangelo di Giovanni 18, 28-40.

Mt 27, 11-14
Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.




Approfondimenti:
La Palestina era un regione molto difficile da governare a causa del forte spirito nazionalistico degli ebrei, a cui Roma concedeva, suo malgrado, alcuni privilegi, rarissimi rispetto ad altri popoli conquistati.
Il governatore romano in Palestina aveva, pertanto, un ruolo difficile da svolgere, continuamente attento ai frequenti focolai di ribellione. Il suo compito era di intervenire nelle questioni riguardanti la politica di occupazione e di tralasciare, affidandole al sinedrio, le questioni di carattere religioso.
Caifa e tutto il Sinedrio sentenziarono che Gesù fosse reo di morte, ma al popolo ebraico non era concesso mettere a morte nessuno. Israele era sotto la giurisdizione romana. Pertanto i sommi sacerdoti si convinsero a condurre Gesù da Pilato, inscenando diverse motivazioni di carattere religioso e politico, cercando di convincere il governatore nel mettere a morte il Nazareno.
Ma Pilato non sembrò essere interessato alla faccenda e, infatti, appena scoprì che Gesù era Galileo, lo condusse da Erode, il re, un titolo onorifico puramente formale, scelto con il beneplacito dei romani, che non godeva di alcun potere decisionale in merito alla politica interna.
Questo segno di incompetenza di Pilato fu visto da Erode come un'apertura dei romani nei confronti del popolo ebraico e, alla fine, portò alla riconciliazione dei due.

Gesù miracola il servo Malco

Gesù miracola il servo Malco

Mistero n° 7















Proprietario: Famiglia Zenzola.

Manufatto: Realizzato nel 2017 dal Maestro Santino Merico di Lecce.
Motivo della realizzazione: Devozione.

Gruppo: Nel gruppo statuario è raffigurato San Pietro, sulla destra che, colto da un senso di protezione verso Gesù, sguaina la spada e ferisce Malco, il servo del sommo sacerdote, che giace a terra dopo la mutilazione dell'orecchio, urlando dal dolore. Gesù, sulla sinistra, ricordando che la buona novella è di amore e perdono per i propri persecutori, si accinge a riattaccare l'orecchio del servo miracolosamente.

Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.

Figuranti davanti al gruppo: Assenti.

Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo, 26, 51-52; Vangelo di Marco, 14, 47; Vangelo di Luca, 22, 50-51; Vangelo di Giovanni, 18, 10-11.

Mt 26, 51-52
Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù, messa mano alla spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote staccandogli un orecchio. Allora Gesù gli disse: «Rimetti la spada nel fodero, perché tutti quelli che mettono mano alla spada periranno di spada.

Mc 14, 47
Uno dei presenti, estratta la spada, colpì il servo del sommo sacerdote e gli recise l'orecchio.

Lc 22, 50-51
E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli staccò l'orecchio destro. Ma Gesù intervenne dicendo: «Lasciate, basta così!». E toccandogli l'orecchio, lo guarì.

Gv 18, 10-11
Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori e colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.

Approfondimenti:
San Pietro era un uomo tutto d'un pezzo. Un uomo forte, navigato, faceva il pescatore ed era un uomo d'impulso. Durante l'ultima cena aveva rassicurato il Maestro che per Lui sarebbe andato anche in prigione od incontro alla morte. Non appena i soldati captarono l'uomo che Giuda baciò, iniziarono a mettergli le mani addosso. San Pietro, spinto da un raptus protettivo, sguaina una spada, forse rubandola ad un servo del Sinedrio a lui vicino ma, non essendo avvezzo all'uso delle armi, sbaglia mira e ferisce Malco, il servo del sommo sacerdote, staccandogli l'orecchio destro. Qui entrano in gioco le famosissime parole di Gesù, menzionate nel Vangelo di Matteo: Qui gladio ferit, gladio perit. La Buona Novella di Cristo non contempla la violenza, neppure per difendere Egli stesso. E, avvicinatosi a Malco, miracolosamente gli riattacca l'orecchio destro.