sabato 9 aprile 2022

La ferita al Costato

 

La ferita al Costato

Mistero n° 42

Nessuna descrizione della foto disponibile.


Proprietario: Fam. Ferrara.
 
Manufatto:  Realizzato a Lecce nel 2022 dal Maestro Santino Merico.
 
Motivo della realizzazione: Devozione.

Gruppo: Il Centurione Longino, sulla sinistra, si appresta ad assestare il colpo di lancia che trafiggerà il costato di Gesù, perforando il cuore. Ai piedi di Gesù, ormai morto, la Maddalena abbraccia la Croce. Sulla destra Giovanni e Maria di Cleofe sorreggono la Madonna impedendole di svenire.

Portatori: Otto, quattro davanti e quattro dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.  Sul capo portano una corona di spine.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono delle candele.

Figuranti davanti al gruppo: Un bambino, vestito con saio rosso, corona di spine sul capo e portando una croce, impersonifica il Cristo.
 
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 54; Vangelo di Marco 15, 39; Vangelo di Luca 23, 47; Vangelo di Giovanni 19, 32-34.
 
Gv 19, 31-37
Era il giorno della Parascéve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all`altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dá testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto.

Approfondimenti: 
Il Centurione Longino, che assicurava la cinturazione della zona preposta alle condanne a morte, dopo averlo visto chinare il capo, portò la lancia al costato di Gesù, penetrando la gabbia toracica fino al cuore. Era, di solito, il colpo di grazia che veniva riservato per porre termine alle sofferenze dei condannati, nei casi previsti. Ritirò l'arma lasciando un ampio squarcio. Giovanni e gli altri osservarono fuoriuscire dall'apertura un fluido, un misto di sangue ed acqua (parte corpuscolare del sangue e siero, come, tra l'altro, è possibile vedere sulla Sindone). All'atto di trafiggere il cuore - in sè un atto quasi banale: la profanazione gratuita della vittima già fisicamente annientata - sarebbe stato attribuito uno speciale significato dall'evangelista, che avrebbe visto nel fluido l'immagine del Cristianesimo emergente; il liquido avrebbe simboleggiato per Giovanni due grandi sacramenti: il Battesimo e la Comunione.

La tradizione racconta anche che Longino era malato agli occhi, ma il sangue di Gesù, schizzato su di essi, lo guarì. Egli divenne quindi cristiano, e portò con sé in Italia il sangue raccolto dalla ferita di Gesù; infine venne martirizzato nei pressi di Mantova. Nella basilica cittadina di Sant'Andrea si conserva tuttora la reliquia del "preziosissimo sangue di Cristo", che sarebbe il sangue raccolto da Longino, oltre alla reliquia della spugna usata per dare da bere l'aceto a Gesù. Nella medesima Basilica c'è anche la tomba di Longino.
Nel medioevo, ebbe anche grande diffusione un'altra reliquia del santo, la sua lancia. In verità, numerose furono le reliquie identificate con la lancia di Longino. Gli imperatori del Sacro Romano Impero, ad esempio, da Ottone I in poi, avevano fra le proprie insegne la cosiddetta Sacra Lancia, e presto arrivarono ad identificarla con quella. Nella punta di questa Lancia sacra fu incorporato un chiodo di ferro che sarebbe uno di quelli usati per crocifiggere Gesù. Ancora oggi è custodita a Vienna.

La Sollevazione della Croce

 

La Sollevazione della Croce

Mistero n° 33

Nessuna descrizione della foto disponibile.


Proprietario: Fam. Granata.
Manufatto: Realizzato a Lecce nel 2022 dal Maestro Marco Epicochi.
Motivo della realizzazione: Devozione.

Gruppo: Nel gruppo statuario due soldati romani, terminata l'inchiodazione, sollevano la Croce dove, mentre Gesù pronuncia parole di perdono per i suoi carnefici. Sulla destra, ai piedi della Croce un giudeo coordina i movimenti del patibolo con delle funi. Sul lato sinistro Maria assiste, piangente, alla scena.

Portatori: Dodici, sei davanti e sei dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono dei bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.

Figuranti davanti al gruppo: Assenti.
 
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Marco 15, 25-27; Vangelo di Giovanni 19, 19-22.
 
Mc 15,25-27
Erano le nove del mattino quando lo crocifissero. E l'iscrizione con il motivo della condanna diceva: il re dei Giudei. Con lui crocifissero anche due ladroni, uno alla sua destra e uno alla sinistra.


Approfondimenti:
Dopo aver inchiodato mani e piedi di Gesù, si passò a sollevare la croce e a piantarla nella fossa precedentemente scavata dai soldati. La croce fu poi bloccata con pesanti macigni di pietra per evitarne l'oscillazione a causa del peso del condannato, mentre il luogo detto Cranio pullulava di spettatori ammutoliti e di altrettanti che ingiuriavano e deridevano il "Re dei Giudei".