domenica 20 gennaio 2013

Gesù schernito dai soldati

Gesù schernito dai soldati

Mistero n° 16

Proprietario: Pietro Lagioia (1971).

Manufatto: Realizzato nel 2002 dai Maestri Carmelo Gallucci e Stella Ciardo di Lecce.

Motivo della realizzazione: Ex-voto.

Gruppo:  Nel gruppo statuario tre soldati romani scherniscono Gesù legato e coperto di una veste scarlatta, beffarda parodia dei manti purpurei degli imperatori, diventando un trastullo per la soldataglia: chi lo schiaffeggia, chi gli si inginocchia davanti, mentre un altro lo percuote con una canna. Il Mistero è accompagnato in processione da banda propria.

Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.

Figuranti davanti al gruppo: Bambine vestite con saio bianco, impersonificano un angelo. Una di esse, con le mani regge un cuscino con una corona di spine. Un bambino, con saio rosso e corona di spine in testa, impersonifica Gesù con la croce sulle spalle.

Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 27-30; Vangelo di Marco 15, 16-19; Vangelo di Luca 22, 63-65; Vangelo di Giovanni 19, 2-3.
 
Mc 15, 18-19

Cominciarono poi a salutarlo: <<Salve, re dei Giudei!>>. E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia, si prostravano a lui.


Approfondimenti:
I soldati - sicuramente ebbri e senza dubbio annoiati, quanto privi di misericordia - iniziarono a beffarsi di Gesù. Qualsiasi timore reverenziale potessero aver provato alla sua presenza si era dissolto, e con esso il rispetto normalmente attribuito ad un uomo che fosse sopravvissuto al flagrum. Gesù divenne un trastullo per la soldataglia. Mentre si dibatteva per rivestirsi alla meglio, i militi si rivolsero a lui con ironica gentilezza per poi drappeggiargli le spalle con il mantello di Erode il Grande. Uno di loro prese una fascina di rovi che usavano per accendere il fuoco da una pila ammucchiata nel cortile; la foggiò a forma di pileus, un copricapo spesso indossato dai romani in occasione delle festività, e poi depose l'anello intrecciato sul capo di Gesù. Un altro strappò un rametto di spiga e glielo pose in mano.

I soldati si inginocchiarono davanti a Gesù chinando il capo; il loro salmodiare si fuse con lo strepito proveniente dal portale occidentale. "Salve, re dei giudei!". Il dileggio iniziato con Erode Antipa era giunto al suo degno epilogo. Dal momento che Gesù non mostrò alcuna reazione, i soldati presero a comportarsi in maniera sgradevole. Si alzarono in piedi e si avvicinarono, ad uno ad uno, come per dargli un bacio di pace, ma invece gli sputarono in faccia. Uno lo colpì con un bastone che poi passò ad un commilitone che reiterò le percosse. Il bastone passò di mano in mano continuando a colpire Gesù, che rimase impassibile. Un soldato calcò la corona di spine sul cuoio capelluto già straziato. Gesù, di nuovo, sopportò stoicamente il dolore. I soldati, facendosi via via più furiosi, lo presero allora a calci e pugni canzonandolo ancora: "Salve, re dei giudei!".

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