domenica 22 aprile 2012

Gesù alla corte di Erode

Gesù alla corte di Erode

Mistero n° 12
 
 


Proprietario: Giuseppe De Francesco.

Manufatto: Realizzato a Lecce da Carmelo Gallucci e Stella Ciardo nel 2007.

Motivo della realizzazione: Devozione.

Gruppo: Nel gruppo statuario sono presenti da sinistra Gesù, legato, che volge le spalle a Re Erode, sulla destra. Erode, denigrando il Re d'Israele, cerca di rivestirlo con un mantello pregiato per deriderlo con la corte.

Portatori: Quattro, due davanti e due dietro, in abito scuro e maglietta sottogiacca nera.

Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.

Figuranti davanti al gruppo: Assenti.

Riferimenti Evangelici: Vangelo di Luca 23, 8-12.
Lc 23,8-12
Vedendo Gesù, Erode si rallegrò molto, perché da molto tempo desiderava vederlo per averne sentito parlare e sperava di vedere qualche miracolo fatto da lui. Lo interrogò con molte domande, ma Gesù non gli rispose nulla. C'erano là anche i sommi sacerdoti e gli scribi, e lo accusavano con insistenza. Allora Erode, con i suoi soldati, lo insultò e lo schernì, poi lo rivestì di una splendida veste e lo rimandò a Pilato. In quel giorno Erode e Pilato diventarono amici; prima infatti c'era stata inimicizia tra loro.


Approfondimenti
Dopo aver accertato l'origine galilea di Gesù, Pilato cerca di scaricare il "barile" ad Erode. Il Nazareno viene, quindi, condotto nel palazzo di Re Erode.
Il tetrarca della Galilea è a Gerusalemme per l’occasione delle festività pasquali. Luca presenta questo incontro su un duplice piano. Erode giudica Gesù, ma in realtà è Gesù che giudica Erode. Erode disattende in modo semplicemente curioso l’incontro con il Profeta di Nazareth. Non è questa la finalità per cui si ricerca Gesù. C’è una fine ironia: queste grandi personalità sono portatrici di piccole e meschine ricerche, incapaci di aprirsi con responsabilità alla chiamata di Dio.
Erode è incapace di stare di fronte a Gesù ed è costretto ad esporsi in modo ridicolo e debole. Innervosito dal silenzio signorile di Gesù, Erode lo disprezza e lo schernisce con i soldati. Un re ridotto alle villanie da caserma. Erode ha da sempre temuto l'uomo che molti consideravano il futuro re d'Israele. Erode temeva di essere spodestato da Gesù, una paura per certi aspetti infondata, perchè il Regno di Cristo non è di questo mondo.
Alla fine, Erode, da buon vassallo romano, rimette la causa a Pilato. Questa gentilezza politica, o semplice incompetenza, riconcilia i due, ma Gesù diventa una delle tante pedine a servizio dei loro giochi di equilibrio politico.
E' la maledetta tentazione di servirsi dei casi per i propri scopi, sempre presente in questi circoli di persone. Alla fine non si fa scrupolo di mandare una persona alla morte.
Erode, per certi aspetti, è un uomo d’oggi. E' un uomo sazio, ma annoiato, che non ha dei valori e che riduce tutte le cose alla banalità, al piccolo, al divertimento. Ma il tragico non è che voglia divertirsi, il tragico è che in questo divertimento sono coinvolte delle persone e delle vite; in questo caso la vita del Signore.

Nel Vangelo di Luca viene menzionata una amicizia che nasce tra Erode e Pilato in quella occasione. Quando si tratta di fare del male, la gente senza scrupoli diventa amica.

Nessun commento:

Posta un commento