Gesù innanzi a Caifa
Mistero n° 10
Proprietario:
Michele Quaranta (1970). Ereditato dal
padre, Pasquale, che commissionò il Mistero.
Manufatto: Realizzato a Bari dal Maestro Salvatore
Bruno nel 1982.
Motivo della realizzazione:
Devozione.
Gruppo:
Nel gruppo statuario sono presenti da destra Gesù, legato, condotto da una
giudeo (al centro) innanzi a Caifa (sulla sinistra), assiso sul
suo scranno del Sinedrio. Gesù appare molto rilassato o forse rassegnato. Il
giudeo sembra quasi invogliare Gesù a parlare. Non appena infatti, Gesù dichiara
di essere Figlio di Dio, il sommo sacerdote si strappa le vesti (come è
possibile vedere sulla statua).
Portatori: Sei,
tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia
bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo:
Quattro, due
per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri.
Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare
il Mistero.
Figuranti davanti al gruppo:
Bambini, con saio bianco e frontiere
floreali\dorate. Reggono una fronda.
Riferimenti Evangelici:
Vangelo di Matteo 26, 57-68, Vangelo di Marco 14, 53-65, Vangelo
di Luca 22, 66-71, Vangelo di Giovanni 18, 19-24 e 25-27.
Mc 14, 55-65
Intanto i capi dei
sacerdoti e gli altri del tribunale cercavano un accusa contro Gesù per poterlo
condannare a morte, ma non la trovavano. Molte persone, infatti, portavano false
accuse contro Gesù, ma dicevano uno il contrario dell'altro.
Infine si alzarono alcuni con un'altra accusa falsa. Dicevano: "Noi l'abbiamo sentito dire: io distruggerò questo Tempio fatto dagli uomini e in tre giorni ne costruirò un altro non fatto dagli uomini". Ma anche su questo punto quelli che parlavano non erano d'accordo.
Allora si alzò il sommo sacerdote e interrogò Gesù:
- Non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te?
Ma Gesù rimaneva zitto e non rispondeva nulla. Il sommo sacerdote gli fece ancora una domanda:
- Sei tu il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?
Gesù rispose:
- Sì, sono io.
E voi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto accanto a Dio Onnipotente.
Egli verrà tra le nubi del cielo!
Allora il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò la veste e disse: "Non c'è più bisogno di testimoni ormai! Avete sentito le sue bestemmie. Qual è il vostro parere?". E tutti decisero che Gesù doveva essere condannato a morte. Alcuni dei presenti cominciarono a sputargli addosso. Gli coprivano la faccia, poi gli davano pugni e gli dicevano: "Indovina chi è stato!". Anche le guardie lo prendevano a schiaffi.
Infine si alzarono alcuni con un'altra accusa falsa. Dicevano: "Noi l'abbiamo sentito dire: io distruggerò questo Tempio fatto dagli uomini e in tre giorni ne costruirò un altro non fatto dagli uomini". Ma anche su questo punto quelli che parlavano non erano d'accordo.
Allora si alzò il sommo sacerdote e interrogò Gesù:
- Non rispondi nulla? Che cosa sono queste accuse contro di te?
Ma Gesù rimaneva zitto e non rispondeva nulla. Il sommo sacerdote gli fece ancora una domanda:
- Sei tu il Messia, il Cristo, il Figlio di Dio benedetto?
Gesù rispose:
- Sì, sono io.
E voi vedrete il Figlio dell'uomo
seduto accanto a Dio Onnipotente.
Egli verrà tra le nubi del cielo!
Allora il sommo sacerdote, scandalizzato, si strappò la veste e disse: "Non c'è più bisogno di testimoni ormai! Avete sentito le sue bestemmie. Qual è il vostro parere?". E tutti decisero che Gesù doveva essere condannato a morte. Alcuni dei presenti cominciarono a sputargli addosso. Gli coprivano la faccia, poi gli davano pugni e gli dicevano: "Indovina chi è stato!". Anche le guardie lo prendevano a schiaffi.
Approfondimenti
Dalla decisione dell'arresto alla farsa
del processo al Sinedrio, ci sono tutti i caratteri di una vera e propria
congiura. Gli arresti avvenivano di giorno, alla luce del sole, proprio perchè
niente doveva avvenire in segreto. I capi di accusa venivano dichiarati un pò di
tempo prima dell'arresto e dell'udienza, generalmente i pezzi grossi del Tempio
giravano per la capitale a mo' di banditori, urlando il motivo dell'accusa così
che tutti potessero ascoltarla. L'imputato aveva diritto ad essere assistito al
processo da una specie di avvocato ed aveva inoltre diritto a dei testimoni
(qualora ce ne fossero) in qualità di difensori. I testimoni dell'accusa
dovevano giurare ed essere all'unanimità concordi. Caifa aveva fretta, convocò
dei mercanti del tempio, unitamente ad alcune delle guardie che avevano
partecipato all'arresto, per renderli testimoni, pagandoli e rassicurandoli di
non perseguirli in caso di falsa testimonianza. Ma proprio la fretta e l'ansia
dei testimoni di compiacere il Sommo Sacerdote, crearono i presupposti per
dichiarazioni in evidente contrasto rischiando di svelare lo spergiuro.
Uno dei temi più affrontati fu
quello della "distruzione del Tempio e della sua ricostruzione". Gli ebrei
avevano pensato al loro sacro Tempio ornato di belle pietre. Gesù, invece,
parlava del Tempio del Suo Corpo, distrutto dalla morte, ma che il Padre farà
risorgere dopo tre giorni con la Risurrezione. Si chiedeva anche a Gesù di
chiarire il suo ruolo, spiegare se Egli era il Messia promesso. Ma Gesù si
esprimeva dicendo "Anche se ve lo dico, non mi crederete". In effetti quella
notte non si stava verificando una chiarificazione, ma si stava tentando in
tutti i modi come meglio incastrare Gesù per poi farlo morire.
Durante questo dibattimento Caifa rimaneva in silenzio e
scrutava Gesù, anch'Egli in silenzio. Stufato dei diversi giri di parole, Caifa
arrivò al sodo e chiese al Nazareno se fosse Egli il Figlio di Dio.
A questo punto Caifa non fece altro che scaricare la palla a
Gesù. Se il Nazareno avesse risposto di no probabilmente sarebbe stato tacciato
di stregoneria (distruggere e ricostruire il Tempio sicuramente con l'aiuto
della magia) e ugualmente ucciso. Se avesse risposto con un sì avrebbe
bestemmiato volontariamente e quindi non avrebbe fatto altro che firmare la
propria condanna a morte.
Gesù risponde platealmente "Sì, lo sono. E voi vedrete il Figlio
dell'uomo venire sulle nubi del Cielo e sedere alla Destra della Potenza di
Dio". Praticamente non ha solo bestemmiato considerandosi Figlio di Dio, ma ha
anche fatto capire di essere uguale a Dio. Caifa si alza, urla qualcosa del tipo
"Il Signore è Uno solo!!! Ha bestemmiato!!! Merita la morte!!!" e si strappa le
vesti sacre in segno di disapprovazione. Strapparsi le vesti non era un gesto
istrionico, ma era il rituale prescritto per ogni sacerdote che avesse udito una
bestemmia. Anche gli altri sacerdoti, dopo Caifa, seguitarono a strapparsi le
vesti, ma non lungo le cuciture, bensì nel bel mezzo dell'abito, in modo tale
che non si potesse rammendare lo squarcio, mettendo in mostra la pelle al di
sopra del cuore in segno di afflizione.
Ma le pene capitali venivano applicate dagli occupanti romani.
Urgeva, pertanto, portare Gesù da Ponzio Pilato, il governatore. Terminato il
processo più falso della storia, i sacerdoti trascinarono Gesù nella fortezza
Antonia, sede del governatore Pilato.
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