domenica 3 febbraio 2013

La Processione dei Misteri: Protagonisti

La Processione dei Misteri: Protagonisti

 

Proprietari
Valenzano è una delle pochissime cittadine che ha all'attivo dozzine e dozzine di sacre rappresentazioni della Passione di Cristo, commissionate nella quasi totalità dei casi da devoti privati.

Nel corso degli anni sono stati fondamentali, per la realizzazione dei gruppi di cartapesta, più aspetti.

Non è inusuale che per grazia ricevuta un privato decida di commissionare un suo Mistero, in altri casi la realizzazione risulta conseguente a sogni premonitori o visioni, alle quali si attribuisce l'aggettivo di miracoloso. In talune circostanze invece è la pura e semplice devozione il motivo fondamentale affinché un privato decida di avere un proprio "santo". Non mancano anche casi di eredità, di donazioni e di perseveranza in una delle tradizioni più antiche e mistiche che Valenzano ricordi.




I Portatori
Non essendo di proprietà ecclesiastica, i Misteri di Valenzano sono portati a spalla da portatori comuni, spesso amici e conoscenti del proprietario. In nessuna confraternita operante sul territorio esistono portatori a cui viene affidato il compito di portare a spalla un Mistero.

I portatori, pertanto, svincolati da qualsiasi ordine confraternale o religioso, sovente vestono in abito nero, in segno di lutto.

Essere portatore è un onore e spesso la tradizione si rinnova di padre in figlio.

Ogni squadra di portatori ha un caposquadra o capo dei portatori, che impartisce i comandi vocali affinché il Mistero venga portato in processione, dondoli, si giri o semplicemente venga appoggiato sui bastoni durante le soste.

I comandi affinché la processione sia ordinata ed organizzata nel migliore dei modi - sono:

PRONTI? - ordine impartito quando i portatori devono posizionarsi con le spalle sotto le stanghe, in attesa del prossimo comando.

SUEZZE! - il comando più sentito in tutto il paese, è l'ordine di sollevare il gruppo con le spalle.

VIA! - è il comando che sancisce l'inizio o la ripresa del percorso processionale. Si comincia tassativamente con il passo sinistro.

PASSO! - quando si perde il passo, il caposquadra intima la ripresa dello stesso con questo comando di stampo tipicamente militare.

ALT! - viene impartito per le soste durante la processione. Il Mistero viene delicatamente appoggiato sulle forcelle.

Sostanzialmente per tutti i gruppi i portatori si prestano anche per la preparazione del Mistero, avvitando le statue sulle basi, occupandosi di calibrare le sdanghe e altre faccende legate al santo.

 

Le Ragazze al Pizzo

Le ragazze del pizzo (letteralmente "che vonn o' pizze", nell'accezione di angolo, vertice orizzontale del Mistero) sono fanciulle, adolescenti e ragazze devote che reggono i cordoni laterali del panno posto sotto la base. In alcuni casi il cordone è direttamente legato alla base.

Le ragazze in questione accompagnano il Mistero durante la processione e vestono anch'esse in segno di lutto. Sul capo portano un velo nero (la quadrata) e nella mano libera reggono una candela o un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.

La tradizione vuole che le ragazze al pizzo siano tutte nubili e che non possano accompagnare più il Mistero nel momento in cui contraggano matrimonio.

 

I Figuranti davanti o accanto al Mistero

Si tratta sovente di bambini che impersonificano dei cruciferi, vestiti con saio rosso e cordone bianco, portano sul capo una corona di spine e il viso è dipinto di rosso per ricordare il sangue.

In altre occasioni delle bambine impersonificano la Madonna o altre figure della Passione di Cristo.

Precedono il Mistero e lo accompagnano.

Fino agli anni '60 era consuetudine che i figuranti davanti al Mistero recitassero delle strofe o delle parti relative al soggetto statuario che accompagnavano; tradizione che andò affievolendosi fino a scomparire.

Solo il Calvario e Gesù Morto hanno dei figuranti che accompagnano lateralmente il Mistero. Nel caso del Calvario dei ragazzi sono vestiti a lutto con saio nero e cordone bianco cinto in vita e reggono dei bouquet di fiori issati su un'asta di legno. Nel caso di Gesù morto invece i ragazzi vestono un saio bianco e reggono anch'essi un bouquet di fiori issati su un'asta di legno, oltre ai figuranti davanti al gruppo.

 

'U Tammurre

La processione del Venerdì Santo è preceduta - o per meglio dire annunciata - da suonatori che formano il cosiddetto tammurre (tamburo), una specie di bassa musica composta da un musicista che suona il flauto, un altro che suona la grancassa, un altro ancora che suona il tamburo e un altro, infine, che suona i piattini turchi.

I suonatori vanno a passi lenti, suonando con ritmo cadenzato e monotono. Talora viene aggiunto l'uso della tromba ed eliminato quello dei piatti turchi. Viene fuori un lamento funebre, melodico e triste, intervallato da colpi profondi della grancassa e dalle dolci e meste note del flauto.

Un tempo si chiamava la "bbanne de le chiacune" (banda dei fichi secchi), perché i suonatori ricevevano, in compenso per le loro prestazioni musicali, un pugno di fichi secchi.
 

I Flagellanti

I flagellanti già si trovano nel medioevo. Addirittura si forma una setta religiosa, a Perugia, nel 1260, ad opera di Ranieri Fasani. Questa setta, in seguito, è costretta a sciogliersi per l'opposizione della Chiesa. Rimane, però, la figura, che compare nel Venerdì Santo a Valenzano.

Si battono con il flagello, che è una sferza metallica, quando passano dinanzi ad una chiesa o, un tempo, quando, su via Bari, la processione ritornava a fare lo stesso percorso dopo essere arrivata al Largo San Filippo, e s'incontravano Gesù e l'Addolorata. Pratica ormai caduta in disuso.

Molti portatori ai giorni nostri portano, oltre alla corona di spine, il flagello, ma come ornamento, non lo usano o, se lo usano, non si battono, ma lo fanno arrivare alle spalle, come una carezza.

 

Gli Incappucciati

Aprono la processione e sono quattro, vestiti di saio nero con cappuccio dello stesso colore che copre interamente il volto. Il primo porta una bandiera nera, simbolo e colore della morte, attorcigliata in segno di lutto. Altri due annunciano la processione con le tricch-e-ttracche (troccole). Non fanno parte di nessuna confraternita.

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