L'Addolorata
Mistero n° 50
Proprietario: Chiesa Matrice di San Rocco. Se ne prende grande cura la
Confraternita di Maria SS. Addolorata.
Manufatto: Realizzato nei primi anni del XIX sec, forse il 1825, da Giuseppe Volpe, scultore di Terlizzi (attr.). Commissionata dalle monache benedettine cistercensi del Monastero di Santa Maria di Loreto, alle quali va fatta risalire l'introduzione e l'espansione del culto. E' un manichino di legno rivestito a differenza degli altri Misteri, realizzati in cartapesta. E' stata restaurata in modo sommario nel 2003 ed in modo professionale nel 2014 grazie all'interessamento della Confraternita, fondata nel 1888, che le ha ridato l'originale cromia degli incarnati.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel Gruppo statuario è presente la Madre dei Dolori, Maria
Santissima Addolorata, con le mani giunte, pregante e piangente. E' adornata di
un prezioso spadino d'argento che le trafigge il cuore, databile intorno alla metà del XIX sec. Poggia su un basamento di metallo dorato e
lavorato, della produzione di serie dell'azienda Serpone, dei primi del Novecento. Nei primi anni del 2000 è stato sostituito il manto
di pizzo, a spese di una devota. Sui bastoni (o forcelle) sui quali si appoggia
il Mistero, vengono appesi flagelli metallici. E' esposta alla venerazione dei fedeli durante il Settenario, che precede il Venerdì dei dolori di Maria e durante quello nei giorni precedenti la festa liturgica del 15 Settembre.
Portatori: Otto, quattro davanti e quattro dietro, confratelli dell'Addolorata.
Portatori: Otto, quattro davanti e quattro dietro, confratelli dell'Addolorata.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo.
Nella mano libera reggono delle candele.
Figuranti davanti al gruppo: Bambina, vestita da Addolorata, con fazzoletto e crocifisso tra le braccia.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Luca 2, 34-35; Vangelo di Giovanni
19, 25.
Lc 2, 34-35
Simeone li benedisse e parlò a
Maria, sua madre: "Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in
Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i
pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l`anima".
Gv 19, 25
Stavano presso la croce di Gesù sua madre,
la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
Approfondimenti:
Il colore nero, simbolo della vedovanza, richiama anche
l'immensità del dolore. Il lungo mantello di pizzo ed il vestito stesso
richiamano lo stile ottocentesco delle nobildonne. La posizione delle mani
intrecciate ed in preghiera e lo sguardo vacuo, perso nel dolore, differente da
altre Addolorate che, con lo sguardo in alto rappresentano Maria sotto la
Croce, fa pensare ad una Immagine commissionata per seguire Gesù morto in
quella che era all'epoca la Processione dei Misteri. Altro simbolo presente in
tutte le Addolorate è lo spadino che trafigge idealmente il cuore, come Le fu
profetizzato da Simeone quando circoncise Gesù. L'assenza della corona, che
invece indossa nel resto dell'anno, sottolinea l'aspetto umano della Madre di
Dio e Madre nostra. La vita di Maria fu perennemente invasa dal dolore, che lei
accolse senza mai perdere la fede. Il sabato santo, giorno di silenzio e di
attesa, Maria fu l'unica a non perdere la fede. Il suo immenso dolore,
tuttavia, La rende più vicina a noi, che sperimentiamo chi più chi meno la
sofferenza, ma cercando di imitarLa nei momenti più cupi non dobbiamo mai
perdere la speranza, il nostro è il Dio della Vita e non ha creato l'uomo per la sofferenza ma per la Vita
eterna.
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