L'Unzione
Mistero n° 47
Proprietario: Fam. Diana.
Manufatto: Realizzato nel 1982 a Bari dal Maestro Salvatore Bruno; è stato restaurato.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel Gruppo statuario Nicodemo e Giuseppe D'Arimatea avvolgono nel lenzuolo il corpo di Gesù, insieme ad oli aromatici (si noti il vasetto di aloe, in mano a Nicodemo e di Mirra, a terra), aiutati da Maria Maddalena.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Figuranti davanti al gruppo: Una bambina, vestita con saio bianco e corona floreale sul capo, impersonifica un angelo. Imbraccia una croce con al centro una corona di spine e la guarderà per tutta la processione, in segno di dolore e di lutto.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Giovanni 19, 40.
Gv 19, 40
Essi presero allora il corpo di Gesù, e lo avvolsero in bende insieme con oli aromatici, com`è usanza seppellire per i Giudei.
Approfondimenti:
In vista del divieto sabbatico ebraico di fare alcun
lavoro dopo il tramonto del Venerdì, giunti nel Sepolcro il gruppetto delle
persone che accompagnarono Gesù non ebbero il tempo di lavare il corpo e nè,
tantomeno, di completare il rituale solito. Adagiarono il corpo sulla roccia
dell'anticamera sepolcrale, sfruttando il rigor mortis. Non possiamo escludere
che, secondo le usanze ebraiche, ad ungere il corpo del defunto, fosse presente
e dirigesse le operazioni proprio il parente più prossimo, ovvero la Madonna.
Nicodemo e Giuseppe erano uomini ricchi, pertanto solo loro si potevano
permettere degli oli profumati tanto costosi e rendere, così, degli omaggi importanti
verso il loro Maestro.
Presumibilmente frizionarono la pelle con una mistura
appiccicaticcia di mirra e resina. Poi lasciarono aperto il vasetto di aloe,
ripromettendosi di terminare il rito il giorno dopo il sabato.
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